....cupole di fogliame da cui sprizza una polifonia di limoni e di arance e il velo evanescente di una spuma, di una cipria di mare che nessun piede d'uomo ha toccato o sembra, ma purtroppo il treno accelera....
Perdersi nel bigio ondoso dei miei ulivi era buono nel tempo andato - loquaci di riottanti uccelli e di cantanti rivi. Come affondava il tallone nel suolo screpolato, tra lamelle d'argento dell'esili foglie. Sconnessi nascevano in mente i pensieri nell'aria di troppa quiete.
Riviere, bastano pochi stocchi d'erbaspada penduli da un ciglione sul delirio del mare; o due camelie pallide nei giardini deserti, e un eucalipto biondo che si tuffi tra frusci e pazzi voli nella luce; ed ecco che in un attimo invisibili fili a me si asserpano, farfalla in una ragna di fremiti d'olivi, di sguardi di girasoli.